Gli anni della formazione
Nato a Bologna nel 1848 in una famiglia della media borghesia, Rubbiani ricevette un'educazione umanistica che gli permise di sviluppare fin da giovane un profondo interesse per la storia e l'arte. Nonostante non avesse una formazione accademica specifica in architettura, la sua passione per il medioevo e per l'arte gotica lo portò a dedicarsi allo studio autodidatta delle tecniche costruttive e decorative dell'epoca medievale.
Durante gli anni della giovinezza, Rubbiani si avvicinò agli ambienti cattolici moderati della città, entrando in contatto con figure di spicco dell'intellighenzia bolognese come il cardinale Carlo Oppizzoni e il conte Giovanni Acquaderni. Questa rete di relazioni si rivelò fondamentale per la sua futura attività di restauratore e per la realizzazione dei suoi progetti più ambiziosi.
Il contesto culturale
L'opera di Rubbiani si inserisce nel più ampio movimento culturale del revival medievale che caratterizzò l'Europa nella seconda metà dell'Ottocento. Influenzato dalle teorie del restauro di Viollet-le-Duc e dal movimento Arts and Crafts inglese, Rubbiani sviluppò una propria visione del restauro architettonico basata sulla ricerca di un'idealizzata "autenticità medievale".
Il suo approccio si caratterizzava per:
- La volontà di ripristinare l'aspetto originario degli edifici medievali
- L'attenzione ai dettagli decorativi e all'artigianato tradizionale
- L'integrazione tra architettura e arti applicate
- La ricerca di una coerenza stilistica anche a costo di interventi invasivi
L'Aemilia Ars e il recupero dell'artigianato
Nel 1898, Rubbiani fondò insieme ad altri intellettuali bolognesi l'Aemilia Ars, una società per la produzione di arti decorative ispirata ai principi del movimento Arts and Crafts. L'iniziativa mirava a:
- Recuperare le tecniche artigianali tradizionali
- Formare nuove generazioni di artigiani
- Promuovere un rinnovamento delle arti applicate
- Creare oggetti di alta qualità artistica accessibili a un pubblico più ampio
L'Aemilia Ars, pur avendo una vita relativamente breve (si sciolse nel 1903), ebbe un'influenza significativa sulla cultura artistica bolognese e contribuì alla riscoperta e alla valorizzazione dell'artigianato locale.
I principali interventi di restauro
Palazzo Re Enzo
Uno dei restauri più significativi realizzati da Rubbiani fu quello di Palazzo Re Enzo, edificio simbolo della Bologna medievale. L'intervento, iniziato nel 1905, comportò:
- Il ripristino delle bifore gotiche
- La ricostruzione del coronamento merlato
- Il recupero delle decorazioni pittoriche
- La sistemazione degli spazi interni
Il restauro di Palazzo Re Enzo rappresenta emblematicamente l'approccio di Rubbiani al recupero degli edifici storici: un intervento che mirava a restituire all'edificio il suo presunto aspetto medievale, anche a costo di operazioni di "reinvenzione" stilistica.
Basilica di San Francesco
Il restauro della Basilica di San Francesco, realizzato tra il 1886 e il 1906, fu uno dei progetti più ambiziosi di Rubbiani. L'intervento comprese:
- Il recupero delle strutture gotiche originarie
- La rimozione delle aggiunte barocche
- La ricostruzione delle cappelle laterali
- Il ripristino delle decorazioni medievali
Questo intervento suscitò notevoli polemiche per la radicalità delle scelte operate, ma rappresenta perfettamente la visione rubbianea del restauro come recupero di una presunta "purezza" stilistica medievale.
Palazzo della Mercanzia
Il restauro del Palazzo della Mercanzia, completato nel 1889, costituisce un altro esempio significativo dell'opera di Rubbiani. L'intervento si caratterizzò per:
- Il recupero della facciata gotica
- La ricostruzione delle decorazioni scultoree
- Il ripristino degli elementi architettonici originari
- La sistemazione degli spazi interni
Altri interventi significativi
Rubbiani intervenne su numerosi altri edifici storici bolognesi, tra cui:
- Casa Isolani
- Palazzo Ghisilardi Fava
- Chiesa di San Domenico
- Loggia della Mercanzia
- Palazzo dei Notai
La metodologia di restauro
L'approccio al restauro di Rubbiani si caratterizzava per alcuni elementi distintivi:
Ricerca storica
Prima di ogni intervento, Rubbiani conduceva approfondite ricerche storiche e documentarie, cercando di ricostruire l'aspetto originario degli edifici attraverso:
- L'analisi delle fonti archivistiche
- Lo studio delle tecniche costruttive medievali
- L'esame dei documenti iconografici
- La comparazione con edifici coevi
Approccio stilistico
Il suo metodo di restauro si basava su:
- La ricerca della "purezza" stilistica
- L'eliminazione delle stratificazioni storiche successive
- La ricostruzione degli elementi architettonici mancanti
- L'integrazione delle parti degradate
Attenzione all'artigianato
Grande importanza veniva data alla qualità dell'esecuzione attraverso:
- L'impiego di maestranze specializzate
- Il recupero delle tecniche tradizionali
- La cura dei dettagli decorativi
- La ricerca della massima qualità dei materiali
Le critiche e il dibattito
L'opera di Rubbiani non fu esente da critiche, sia da parte dei contemporanei che della successiva storiografia. Le principali obiezioni riguardavano:
Eccesso di interpretazione
- Tendenza a "reinventare" il medioevo
- Scarso rispetto per le stratificazioni storiche
- Eccessiva libertà nelle ricostruzioni
- Interpretazione soggettiva delle fonti storiche
Approccio ideologico
- Visione idealizzata del medioevo
- Subordinazione del dato storico all'ideale estetico
- Tendenza alla spettacolarizzazione
- Eccesso di decorativismo
Metodologia discussa
- Interventi troppo invasivi
- Eliminazione di testimonianze storiche significative
- Scarsa attenzione alla conservazione materiale
- Eccesso di ricostruzioni "in stile"
L'eredità di Rubbiani
Nonostante le critiche, l'opera di Rubbiani ha lasciato un'eredità importante che si manifesta in diversi ambiti:
Impatto urbano
- Definizione dell'immagine medievale di Bologna
- Conservazione di importanti monumenti storici
- Valorizzazione del patrimonio architettonico
- Creazione di un "modello" di città storica
Influenza culturale
- Sviluppo di una sensibilità per il restauro
- Recupero delle tradizioni artigianali
- Promozione della cultura artistica
- Valorizzazione dell'identità locale
Dibattito sul restauro
- Contributo alla teoria del restauro
- Stimolo alla riflessione metodologica
- Sviluppo di nuovi approcci conservativi
- Formazione di una scuola bolognese
Gli scritti e il pensiero
Oltre all'attività pratica, Rubbiani fu anche un prolifico scrittore e teorico. I suoi scritti principali includono:
- "Di Bologna riabbellita" (1913)
- "L'arte negli stili" (1879)
- Numerosi articoli e saggi su riviste specializzate
- Relazioni tecniche sui restauri
Nel suo pensiero emergono alcuni temi ricorrenti:
- La centralità del medioevo come epoca di riferimento
- L'importanza dell'artigianato artistico
- Il ruolo sociale dell'arte
- La necessità di un rinnovamento culturale
Conclusioni
Alfonso Rubbiani rappresenta una figura chiave per comprendere la trasformazione di Bologna tra Otto e Novecento. La sua opera, pur con tutti i limiti metodologici e le contraddizioni, ha contribuito in modo determinante a:
- Preservare il patrimonio storico della città
- Definire l'immagine medievale di Bologna
- Stimolare il dibattito sul restauro
- Promuovere la cultura artistica e artigianale
Il suo lascito continua a influenzare il dibattito sulla conservazione e il restauro dei centri storici, rappresentando un caso di studio significativo per comprendere l'evoluzione delle teorie e delle pratiche del restauro architettonico in Italia.
La figura di Rubbiani, con le sue luci e le sue ombre, rimane emblematica di un momento storico in cui la ricerca dell'identità culturale si intrecciava con la necessità di conservare e valorizzare il patrimonio storico-artistico, in un dialogo non sempre facile tra passato e presente, tra conservazione e innovazione, tra filologia e creatività.