L'11 marzo 1977 un gruppo di studenti contesta l'Assemblea di Comunione e Liberazione che aveva espulso con la forza alcuni giovani di sinistra.
Nei disordini seguenti, Francesco Lorusso, uno studente di 25 anni militante di Lotta Continua, viene ucciso in via Mascarella da un colpo d'arma da fuoco provenienti da via Irnerio, dove sono schierate le forze dell'ordine.
Un carabiniere confesserà di aver sparato dopo un'assalto al suo mezzo con le molotov, alcuni testimoni riferiranno di aver visto sparare verso i manifestanti anche un uomo in borghese.
Nel pomeriggio un grande corteo del Movimento si snoda per le vie del centro cittadino. Cominciano gli scontri più violenti che Bologna abbia conosciuto dal dopoguerra.
Tra spari a più mani, molotov, spranghe, urla, slogan, cariche e agguati, lo studente Francesco Lorusso cadde senza vita, in via Mascarella. Il sangue ricaricò la rabbia e diede il via a cortei, ad altre cariche e a nuove occupazioni. In quel clima scese la sera, e in quel clima, su disposizione di Cossiga, i cingolati chiesero strada qualche notte dopo. E nella luce del nuovo giorno, nelle rabbiose scritte sui muri, la C di Cossiga, divenne una K.
Blindato e polizia in assetto antisommossa in via Zamboni
Lapide in onore di Lo Russo