L'Enigma dell'Omicidio Murri: Una Tragica Storia di Intrighi, Politica e Amore
Il 2 settembre 1902, Bologna si trasformò in palcoscenico di uno dei casi giudiziari più noti del XX secolo, un intrigo tanto intricato quanto oscuro che coinvolse nobili origini, politica e amori proibiti. In una sontuosa palazzina di via Mazzini 39, venne rinvenuto il cadavere di Francesco Bonmartini, medico di nobili discendenze e genero del rinomato professore Augusto Murri, celebre clinico e medico di Casa Reale.
Francesco Bonmartini e sua moglie Linda, figlia del Prof. Murri, avevano trascorso l'estate a Venezia, ma alla fine di agosto, Francesco fece ritorno a Bologna, lasciando la moglie alle lagune. Qualche giorno dopo, l'odore nauseabondo proveniente dall'appartamento di Bonmartini preoccupò i vicini, che decisero di chiamare il Prof. Murri. Fu così che il corpo di Bonmartini venne scoperto.
La polizia avviò subito le indagini e scoprì che Bonmartini era stato ucciso con un'arma da taglio. Il movente sembrava essere una rapina, data la condizione in cui si trovava la casa. Ma ben presto, lo stesso Prof. Murri fece una sconvolgente accusa: suo figlio Tullio era l'assassino.
L'accusa scatenò il caos nella città. Tullio Murri, noto come direttore del periodico socialista "La Squilla" e consigliere provinciale del Partito Socialista Italiano (PSI), era una figura di spicco nel panorama politico. I giornali cattolici sfruttarono l'occasione per lanciare una campagna contro il razionalismo laico e il socialismo. Il quotidiano socialista "L'Avanti!" denunciò più volte la presunta violazione del segreto istruttorio.
Ma la storia aveva un passato burrascoso. Linda, nonostante una separazione legale nel 1899, era rimasta legata a Tullio. La sua mentalità progressista era in netto contrasto con quella conservatrice e clericale di suo marito, che si era dimostrato ripetutamente rude e brutale. In diverse occasioni, Francesco aveva cercato favori da suo suocero, che glieli aveva costantemente negati.
Il processo ebbe inizio a Bologna ma fu successivamente trasferito a Torino. Tullio fu riconosciuto colpevole, anche se con la complicità di sua sorella Linda e altri complici minori. Coinvolti nell'oscuro intrigo c'era Carlo Secchi, amante di Linda e otorinolaringoiatra, condannato a dieci anni ma morto nel 1910 a causa di una polmonite. Pio Naldi, medico e amico di Tullio, anch'egli coinvolto, fu condannato a trent'anni. Una figura chiave era Rosina Bonetti, governante della casa Murri-Bonmartini e amante di Tullio, arrestata come complice nell'omicidio e condannata per favoreggiamento, con una pena successivamente ridotta a sette anni e mezzo per seminfermità mentale. Alla fine del suo carcere, fu rinchiusa in un manicomio.
La grazia reale fu concessa a Linda, che ottenne la libertà poco tempo dopo e si trasferì a Roma con i suoi figli. Tullio uscì dal carcere nel 1919, mettendo così fine a una vicenda intricata che aveva sconvolto l'Italia del primo Novecento.
Questo oscuro capitolo della storia italiana ci offre uno sguardo profondo nel mondo politico e sociale del periodo, mentre la tragedia familiare degli Murri-Bonmartini continua ad affascinare gli studiosi e i curiosi di tutto il mondo.