La visita imperiale di Napoleone Bonaparte a Bologna: giugno 1805
Nel giugno del 1805, Bologna si preparò ad accogliere un ospite d'eccezione: Napoleone Bonaparte, non più il giovane generale che aveva attraversato furtivamente la città nel 1796, ma l'Imperatore dei francesi e Re d'Italia nel pieno della sua gloria. Dal 21 al 25 giugno, la città visse giorni di straordinaria intensità, che sarebbero rimasti impressi a lungo nella memoria collettiva dei bolognesi.
L'arrivo trionfale
Il 21 giugno 1805, alle tre del pomeriggio, Bologna si fermò per accogliere l'Imperatore. Il celebre cronista Giuseppe Guidicini ci ha lasciato un vivido resoconto di quel momento storico. Lo sparo dell'artiglieria e il suono festoso di tutte le campane cittadine annunciarono l'arrivo di Napoleone, mentre i parroci in cotta e stola, accompagnati dai loro preti, si disponevano davanti alle chiese parrocchiali lungo il percorso imperiale.
All'arco di trionfo fuori Porta San Felice si svolse un momento simbolico significativo: il presidente della municipalità, Domenico Bettini, offrì all'Imperatore le chiavi della città. Napoleone, con un gesto che impressionò favorevolmente i bolognesi, le rifiutò dicendo che "stavano bene nelle mani di chi erano", un atto di rispetto verso l'autonomia cittadina che non passò inosservato.
I giorni dell'Imperatore
Il soggiorno bolognese di Napoleone fu caratterizzato da una serie di eventi memorabili. L'Imperatore alloggiò a Palazzo Caprara, dove la mattina del 23 giugno assistette alla Messa nell'oratorio privato. La sera dello stesso giorno partecipò a una grandiosa festa al Teatro Comunale, magistralmente descritta dal cronista Tommaso De' Buoi.
Il teatro era stato trasformato per l'occasione: il pavimento della platea era stato innalzato al livello del palcoscenico, creando uno spazio unico che si apriva su un giardino artificiale. Quest'ultimo era stato allestito con eleganti parterre fioriti, viali alberati, una fontana artificiale e labirinti, il tutto riccamente illuminato. L'effetto fu talmente straordinario che, come riporta De' Buoi, persino i francesi ammisero di non aver mai visto nulla di simile a Parigi.
Le iniziative dell'Imperatore
Durante il suo breve soggiorno, Napoleone non si limitò alle cerimonie ufficiali. Prese una serie di decisioni significative per l'economia e l'amministrazione della città:
- Ordinò la riapertura della Zecca cittadina
- Concesse sgravi daziari per la tradizionale produzione locale dei veli
- Stanziò fondi per la realizzazione del "pubblico passeggio" alla Montagnola
Queste iniziative concrete gli guadagnarono il favore sia del popolo che dell'aristocrazia locale, tradizionalmente diffidente verso le novità francesi.
L'Osservanza e il sogno di Villa Bonaparte
Un momento particolare della visita fu la salita al Colle dell'Osservanza, dove Napoleone fu accompagnato da Antonio Aldini. Di fronte al panorama mozzafiato della città, l'Imperatore esclamò ammirato "C'est superbe!". Questo entusiasmo ispirò Aldini, nominato Segretario di Stato del Regno d'Italia, a promettere la costruzione di una residenza principesca proprio in quel luogo.
La promessa fu mantenuta: tra il 1811 e il 1816 venne edificato il Palazzo Bonaparte, oggi noto come Villa Aldini, il più importante edificio neoclassico di Bologna. Ironicamente, Napoleone non avrebbe mai visitato questa dimora costruita in suo onore, ma l'edificio, solenne e maestoso, continua ancora oggi a dominare la città dall'alto del colle.
La risposta della città
La Municipalità bolognese rispose alla visita imperiale secondo le antiche tradizioni locali. Furono organizzati:
- Un solenne Te Deum con tutte le autorità
- Una discesa straordinaria dell'immagine della Madonna di San Luca, ospitata per tre giorni in San Petronio
- Una "sparata in piazza d'Armi"
L'eredità della visita
La visita di Napoleone del 1805 ha lasciato tracce tangibili nella storia di Bologna. Oltre alle cronache e ai resoconti sui giornali dell'epoca, il Museo civico del Risorgimento conserva ancora oggi preziose testimonianze di quei giorni:
- Lo stendardo della Guardia d'onore presentato all'Imperatore, in seta avorio, con l'aquila napoleonica da un lato e il leone di Bologna dall'altro
- L'uniforme dei Veliti reali, il corpo d'onore composto da dodici compagnie di cento uomini ciascuna
Ma l'eredità più duratura resta forse Villa Aldini, l'edificio neoclassico che, come un monumento alla grandezza napoleonica, continua a vegliare sulla città, ricordando quei giorni di giugno in cui Bologna accolse l'Imperatore dei francesi nel momento del suo massimo splendore.