In via Santo Stefano 9-11, a pochi passi dalla centralissima Piazza Santo Stefano, si erge il monumentale Palazzo Bolognini Amorini Salina, emblema delle sfarzose residenze nobiliari che impreziosirono Bologna tra il XVI e il XIX secolo.

Le origini del palazzo risalgono al 1493, quando Giovanni Bolognini decise di edificare una nuova e più imponente dimora per la sua famiglia, una delle più illustri e ricche del patriziato bolognese. I lavori iniziarono però solo a partire dal 1513, anno in cui terminarono le turbolenze politiche che avevano coinvolto anche i Bolognini.

Fonte: Augusto Vasina, "I palazzi di Bologna", 1976

Sotto la direzione di Giovanni Maria Bolognini, nipote del fondatore, tra il 1513 e il 1551 furono realizzati il settore sinistro della facciata, il corpo posteriore, la scala monumentale e i cortili interni. Il prospetto destro venne invece completato nel XVII secolo.

L'elegante facciata in laterizio è impreziosita da lesene, cornici marcapiano e pregevoli decorazioni in terracotta opera di scultori come Alfonso Lombardi e Nicolò da Volterra.

All'interno, saloni affrescati e arredi pregiati testimoniano il gusto raffinato dei proprietari. Vi soggiornarono artisti come Denys Calvaert e Guido Reni, che vi dipinsero alcuni capolavori poi dispersi.

Fonte: Francesco Arcangeli, "Pittura del Seicento a Bologna", 1967

Nei secoli il palazzo passò per via ereditaria o matrimoniale alle famiglie Amorini e Salina, dando origine all'odierna denominazione. Tra il 1809 e il 1845 l'architetto Angelo Venturoli restaurò e modificò le facciate in stile neoclassico.

Oggi di proprietà privata, dopo un accurato restauro conservativo il palazzo ha riacquistato l'antico splendore, rispecchiando appieno la cultura e il prestigio delle nobili casate che lo abitarono nei secoli. Un autentico gioiello dell'architettura bolognese che impreziosisce uno dei cuori storici e artistici della città.