Bologna era governata dal rappresentante papale Bertrando del Poggetto, un francese che mise in ginocchio la città a suon di tributi e restrizioni.
Ma i bolognesi non ci stanno, esasperati decidono di assediare la rocca di Galliera dove risiede Bertrando.
La rocca è praticamente inespugnabile quindi i cittadini decidono di agire d'astuzia e originalità: per prima cosa deviarono il corso d'acqua alla fortezza, così da lasciarla senza approvvigionamento, poi cominciarono a raccogliere e lanciare all'interno della rocca.... escrementi! Proprio così, riempirono letteralmente di escrementi la rocca chiamando a raduno tutti gli animali per potenziare il proprio arsenale nauseabondo. L'assedio durò 10 giorni e alla fine i francesi, disgustati se la diedero a gambe insieme a Bertrando. Una battaglia che non contò nemmeno un morto o un ferito, geniale come solo i bolognesi sanno essere.
La famosa "battaglia della merda" è stata rievocata dalla Balla de li Goliardi Bolognesi.
Durante la rievocazione la voce del Gonfaloniere riecheggia fra la scalinata del Pincio e le rovine della rocca:
 
"L’istoria che m’accingo a raccontare
giammai cantata fu da un trovatore:
vi narrerò la furia popolare
che liberò Bologna dal terrore.
Era costì Bertrando del Poggetto,
un cardinal venuto dal a Franza,
che dopo esser paruto un agnoletto
tiranno diventò con spada e lanza.
Ei volle guerreggiar coi veneziani
e già che c’era pur coi ferraresi,
mandando avanti i giovin petroniani
a far da scudo ai militi francesi.
Moriron come mosche, i bolognesi,
e il cardinal nella città turrita
fece ritorno con i suoi francesi:
altri per lor pagaron con la vita!
Si dedicaron poi da mane a sera
ad arraffar di tutto entro le mura,
chiudendosi alla rocca di Galliera
ch’era della città la più sicura.
Ai bolognesi alleggerì la panza
vuotando le cantine ed i granai,
lasciandoli digiuni e in gran doglianza
sordo ai loro lamenti e ai loro lai.
La rabbia prese il posto della fame
e il popol s’adunò presso il maniero
con altre grida ed agitando lame
per far vendetta contro lo straniero.
Troppo munita e forte la muraglia
apparve lor e troppo ben difesa.
Inutile tentar di dar battaglia
o d’espugnar le mura e farne presa.
Levossi allor un grido sugli astanti
e in un baleno la gran turba tacque:
"Orsù, datemi mente tutti quanti:
andiamo a toglier lor le nostre acque!"
Poi tosto si diressero al canale
che lì d’appresso placido scorreva:
le chiuse s’abbassar, ferme le pale,
a secco l’inimico rimaneva.
"E adès: tótt a buschîr, o bolognesi,
e quall ch’a cagarän non si disperda
che da dmatéṅna i nobili francesi
combatteranno con la nostra merda!"