Il 1443 è un anno che rimane impresso nella storia di Bologna grazie a un evento cruciale: la Battaglia delle Moline. In questo articolo, esploreremo gli eventi di quell'anno, quando Bologna riconquistò la sua città dopo essere stata sotto l'occupazione milanese. La storia di questa battaglia è caratterizzata da coraggio, ingegnosità e determinazione da parte dei cittadini di Bologna.

Contesto Storico

All'inizio del XV secolo, Bologna era teatro di scontri politici tra fazioni rivali, tra cui i Guelfi e i Ghibellini. Nel 1443, la città era sotto il controllo dei milanesi, che avevano posto Niccolò Piccinino a capo del governo di Bologna. Annibale Bentivoglio, figlio naturale di Anton Galeazzo, era uno dei protagonisti di questa storia. Nel 1435, aveva dovuto lasciare Bologna dopo l'assassinio di suo padre per ordine del vescovo Daniele Scotto, allora governatore pontificio della città.

La Fuga da Varano

Annibale Bentivoglio fu catturato e imprigionato nel castello di Varano, vicino a Parma, che all'epoca era sotto il dominio milanese. Tuttavia, con l'aiuto di Galeazzo Marescotti de' Calvi, un nobile bolognese, riuscì a sfuggire dalla prigione il 3 giugno 1443. Tornato segretamente a Bologna, Annibale si trovò di fronte a una rivolta organizzata dalle principali famiglie nobili della città, con l'obiettivo di cacciare Niccolò Piccinino dal potere.

La Battaglia di San Giorgio di Piano

Annibale Bentivoglio divenne rapidamente il leader di questa sollevazione popolare e, in particolare, si distinse nella Battaglia di San Giorgio di Piano, avvenuta nell'agosto 1443. In questa battaglia, le milizie di Annibale sconfissero le truppe milanesi comandate da Luigi Dal Verme. Questa vittoria fu fondamentale per la liberazione di Bologna dall'occupazione milanese.

Il popolo bolognese, preceduto dalle truppe di Annibale Bentivoglio, si diresse in processione verso la Rotonda, una chiesa dedicata alla Madonna situata sul colle dell'Osservanza. Questo atto aveva lo scopo di ringraziare la Vergine per la vittoria ottenuta. La chiesa, nota come la "Rotonda," esiste ancora oggi ed è situata all'interno dei terreni di Villa Aldini.

La Restaurazione dell'Ordine a Bologna

Dopo la vittoria a San Giorgio di Piano, Niccolò Piccinino fu allontanato dal potere, e nel 1445 i cittadini di Bologna elessero Annibale Bentivoglio come capo dei Sedici Riformatori, praticamente conferendogli il titolo di Signore della città. Annibale divenne una figura di grande importanza nella storia di Bologna e consolidò il suo potere sulla città.

L'Inganno delle Moline

Un aspetto interessante di questa storia riguarda l'assedio del Castello di Porta Galliera, dove si era rifugiata una parte delle truppe milanesi. I bolognesi pianificarono un astuto piano per isolare il castello. Costruirono tre ripari in legno, due posizionati sulle mura per proteggere chi si avvicinava al castello e uno per proteggere chi stava scavando un fossato pieno d'acqua.

L'Arte dell'Inganno

Questo piano richiese la partecipazione di numerose persone provenienti da tutte le fasce della società bolognese, compresi autorità, artigiani, religiosi, dottori e studenti. Dopo tre giorni di intenso lavoro, il fossato fu completato e collegato al Torrente delle Moline, separando così gli occupanti del castello dal resto della città. Durante i lavori, i cittadini accumularono una grande quantità di immondizie, compresi animali morti e sterco, che venne gettato verso il castello. Questa tattica rese l'aria all'interno del castello irrespirabile, rendendo impossibile qualsiasi tentativo di assedio.

Conclusione

La Battaglia delle Moline del 1443 è un capitolo importante nella storia di Bologna. Questa vittoria simboleggia la resilienza e la determinazione del popolo bolognese nel riconquistare la propria città dall'occupazione straniera. Annibale Bentivoglio, con il suo coraggio e la sua leadership, svolse un ruolo cruciale nella liberazione di Bologna. Oggi, la storia di questa battaglia ci ricorda l'importanza della determinazione e dell'ingegnosità nel superare le sfide più impegnative.