Introduzione
Il 19 marzo 2002, Marco Biagi, docente di diritto del lavoro e consulente del governo italiano, fu assassinato a Bologna da un commando delle Brigate Rosse. L'omicidio di Biagi fu un atto terroristico che scosse l'Italia e l'intera Europa.
Il contesto storico
Nel 2002, l'Italia era ancora alle prese con gli effetti della Seconda Guerra Mondiale. Il paese era stato segnato da decenni di terrorismo e violenza politica, e le Brigate Rosse erano ancora attive.
Marco Biagi
Marco Biagi era un professore di diritto del lavoro all'Università di Bologna. Era un esperto di diritto del lavoro e della riforma del mercato del lavoro. Biagi era stato consulente del governo italiano per la riforma del mercato del lavoro, e le sue proposte erano state criticate dalle Brigate Rosse.
L'omicidio
Il 19 marzo 2002, Biagi fu assassinato a Bologna da un commando delle Brigate Rosse. Alle 20:07 di quel giorno, un commando formato da tre brigatisti, due a bordo di un motorino e un terzo (la staffetta) a piedi, lo aspettava di fronte al portone della sua abitazione, al civico 14. I due terroristi si fecero incontro al professore, indossando caschi integrali, e aprirono il fuoco esplodendo sei colpi in rapida successione in direzione di Biagi, per poi allontanarsi molto velocemente. Biagi morì sul colpo.
La reazione dell'Italia
L'omicidio di Biagi fu un atto terroristico che scosse l'Italia e l'intera Europa. Il governo italiano dichiarò lo stato di emergenza e la polizia intensificò le indagini.
Le indagini
Le indagini sull'omicidio di Biagi furono lunghe e complesse. Nel 2003, la polizia arrestò sette persone accusate dell'omicidio. Le accuse furono confermate in tribunale e i colpevoli furono condannati all'ergastolo.
Le conseguenze dell'omicidio
L'omicidio di Biagi fu un evento tragico che ebbe un profondo impatto sull'Italia. L'omicidio rafforzò la lotta contro il terrorismo e la violenza politica.