Storia e descrizione di un gioiello architettonico in Piazza Maggiore
Affacciato su Piazza Maggiore, tra i numerosi edifici storici che contornano la piazza, spicca l'imponente Palazzo dei Banchi, pregevole opera architettonica cinquecentesca. Con la sua elegante facciata a portici, scandita da archi e decorazioni in pietra, rappresenta uno degli elementi più caratteristici e armoniosi dell'assetto urbanistico della piazza bolognese.
Le origini del palazzo risalgono al 1412, quando sul sito esisteva un complesso di case e botteghe artigianali che si affacciavano sull'area del mercato retrostante. Solo nella seconda metà del Cinquecento l'edificio assunse l'attuale conformazione, su progetto dell'architetto Jacopo Barozzi da Vignola.
La solenne facciata principale, che maschera sapientemente il intrico di viuzze retrostante, si sviluppa su due livelli, scanditi da eleganti lesene che suddividono ritmicamente la lunga parete. Il pianterreno presenta un ampio portico con volte a vela, formato da quindici arcate a tutto sesto che poggiano su colonne doriche in pietra.
Due archi consentono l'accesso alle vie Clavature e Pescherie Vecchie, mentre gli altri tredici sono tamponati da un elegante ballatoio marmoreo con ringhiera in ferro battuto. Al livello superiore si aprono, alternate alle lesene, monofore rettangolari incorniciate da motivi decorativi.
I due livelli sono scanditi da un elaborato cornicione continuo che funge da ballatoio, arricchito da una teoria di mensoline alternate adecorazioni floreali. Sulla trabeazione si elevano poi le lesene superiori, coronate da capitelli corinzi che donano verticalità all'insieme.
L'apparato decorativo denota il gusto classicheggiante del Vignola, che reinterpretò gli ordini architettonici vestendoli di raffinatezza tutta manierista. Le proporzioni armoniche, i chiaroscuri, le aperture ritmicamente scandite, conferiscono una scenografia prospettica di grande effetto alla facciata.
L'interno del palazzo, rimaneggiato nei secoli successivi, presenta ambienti voltati destinati un tempo a botteghe e fondachi. L'unico elemento cinquecentesco superstite è lo scalone, elegantemente decorato con motivi geometrici.
Il nome "Palazzo dei Banchi" deriva dal fatto che anticamente ospitava le botteghe dei cambiavalute, detti "banchi". Oggi è sede di uffici pubblici e privati, nonché di alcuni appartamenti. L'edificio venne completamente restaurato tra il 1967 e il 1972 dalla Soprintendenza, che ne ha restituito l'antico splendore pur nel rispetto delle trasformazioni storiche stratificate.
Con la sua imponenza e armonia architettonica, il Palazzo dei Banchi è emblema del felice connubio tra classicismo e manierismo che caratterizzò l'opera del Vignola. Rappresenta un tassello fondamentale per comprendere la storia urbanistica di Piazza Maggiore e l'evoluzione del gusto rinascimentale nell'architettura bolognese del Cinquecento.