Nella vivace primavera del 1878, una straordinaria e coraggiosa impresa stava catturando l'immaginazione dei cittadini di Bologna: la scalata della Torre Asinelli, un'imponente struttura alta quasi cento metri. Questo insolito spettacolo ebbe inizio grazie al giovane lanternaio Luciano Monari, determinato a conquistare la fama.

Il 7 aprile, Monari intraprese l'audace sfida: "salire sulla torre in maniche di camicia e scendere aggrappandosi a un filo di ferro situato in uno degli angoli della torre, utilizzato come conduttore per il parafulmine". Impiegò la forza delle sue braccia per iniziare la discesa, e in poco più di 20 minuti, eseguì acrobazie ginniche mentre cantava, raggiungendo felicemente il suolo con solo lievi graffi alle mani. Questo incredibile exploit fu documentato dalla "Gazzetta dell'Emilia" il 8 aprile 1878.

L'audacia di Monari attirò l'attenzione dei passanti, che affollarono la via Mercato di Mezzo (oggi via Rizzoli), acclamandolo come un eroe. Le guardie di pubblica sicurezza tentarono di arrestarlo, ma il popolo lo difese. Alcuni cittadini si assunsero la responsabilità di condurre Monari alla Questura, dove il questore, di fronte a questa situazione singolare, si limitò a prendere appunti per il suo rapporto alle autorità giudiziarie e municipali. Sorprendentemente, Monari fu rilasciato, ricevendo nuovi applausi nel cortile del palazzo municipale.

La fama ottenuta da Monari spinse altri a imitarlo. Il 4 maggio, il muratore ventiseienne Luigi Galloni compì un exploit simile, risalendo il filo conduttore del parafulmine e sfuggendo all'arresto. Nonostante i divieti delle autorità e le critiche della stampa locale, queste acrobazie rischiarono di diventare una moda pericolosa.

Il 2 giugno, due audaci scalatori, Pietro Bettucchi e il diciassettenne Bernardi Ermenegildo, si arrampicarono sulla torre. Tuttavia, a quest'ultimo fu impedito di scendere dopo aver raggiunto la cima. Il 6 giugno, un trombettiere dei pompieri, Turrini Raffaele, salì e scese dalla torre suonando la tromba, seguito dal muratore Trebbi, che eseguì rischiose acrobazie ginniche. In quel medesimo giorno, altri cinque "ascensionisti", tutti manovali muratori, cercarono di emulare l'impresa senza però riuscire a raggiungere la cima.

Nonostante l'emulazione, per l'opinione pubblica cittadina, il vero eroe delle scalate rimase Luciano Monari, il primo ad aver compiuto l'impresa e che avrebbe poi ripetuto il suo exploit nel maggio del 1904.

Queste straordinarie scalate alla Torre Asinelli rappresentano un capitolo affascinante della storia di Bologna, testimonianza del coraggio e della determinazione umana nel voler conquistare le vette più alte, letteralmente e metaforicamente.